Programma di Sviluppo Rurale dell'Emilia-Romagna

Programma di Sviluppo Rurale dell'Emilia-Romagna

OBIETTIVI E FINALITA'

I cambiamenti climatici stanno comportando con sempre maggior frequenza situazioni di scarsità di tipo idrico, con
forti ripercussioni sulla disponibilità di acqua a scopo irriguo. Tali fenomeni siccitosi sono sempre più evidenti anche in
Regione E-R, dove la forte vocazionalità agricola la rende ancor più vulnerabile a situazioni di carenza idrica con un
bilancio idrico in deficit crescente (-627 mm nel 2017 a fronte di un valore medio di -495 mm nel periodo 2001-2015,
fonte: Bilancio Idrico Climatico Regionale). Questa situazione, unitamente agli attuali livelli di contaminazione dei corpi
idrici superficiali e sotterranei, che li classificano tra le acque di qualità non buona, consiglia di diversificare gli
approvvigionamenti, puntando sulla fitodepurazione per mitigare l’impatto dell’attività agricola e sul riuso di risorse
idriche non convenzionali, tra cui il riutilizzo delle acque reflue trattate. Infine, lo stato attuale delle conoscenze sugli
effetti delle misure agroambientali del PSR nel contrasto ai fenomeni precedentemente illustrati, è desunto da fonti
indirette: appare dunque determinante individuare un modello territoriale che assegni un valore agli indicatori relativi
alle sostanze contaminanti, che provenga dal monitoraggio territoriale di ampie superfici. Di conseguenza, questo
Piano punta a valorizzare, nell’ambito del territorio regionale, le aree umide interaziendali, le aree golenali, le aree
umide consortili o anche semplicemente i maceri a servizio dei singoli fondi, poiché esse consentono la riduzione dei
carichi inquinanti nei corpi recettori, migliorandone anche la qualità, soprattutto qualora tali corpi recettori svolgano la
funzione promiscua di adduzione di acque irrigua in aree agricole a valle.
Tali aree risultano inoltre essere l’habitat naturale per la riproduzione della cimice asiatica e dove potrebbe essere
pertanto possibile praticare la lotta biologica attuata da insetti antagonisti autoctoni ed eventualmente esotici.

Il piano si prefigge di approfondire la biologia e la fenologia della specie nell’ambiente prossimo ai sistemi
fitodepuranti col fine di valutare se queste aree e il relativo reticolo idrografico possano costituire zone di
moltiplicazione indisturbata delle specie antagoniste, per il controllo della cimice con tecniche a basso impatto, e
valutare il collegamento fra aree naturali e campi coltivati che, essendo sottoposti a trattamenti insetticidi,
risulterebbero pertanto inospitali per queste specie utili.
La cimice asiatica infatti è una specie estremamente polifaga che realizza il suo ciclo nutrendosi sia a carico di colture
agrarie che di specie spontanee. Questa caratteristica ne rende particolarmente difficoltoso il controllo costituendo al
contempo un elemento di vantaggio sulla possibilità di raggiungere un equilibrio delle popolazioni nel lungo periodo e
su scala territoriale. La capacità e la predilezione al riprodursi in aree esterne ai coltivi costituisce infatti un elemento
da cogliere per raggiungere un futuro livello di contenimento soddisfacente.
Un capitolo è dedicato al riuso di acque reflue derivanti dalle attività di lavorazione dei processi agro industriali,
realizzando nella pratica un esempio di economia circolare, per ridurre l’uso irriguo con acque convenzionali del
reticolo di superficie, in contrasto al cambiamento climatico.

OBIETTIVI GENERALI E SPECIFICI:

Migliorare la qualità delle acque di superficie con tecniche di fitodepurazione relativamente agli inquinanti diffusi
dell’attività agricola (nutrienti e pesticidi), sia a scala di azienda agricola, che di distretto irriguo, anche in riferimento
alle necessità dei produttori che praticano agricoltura biologica, che hanno vincoli piuttosto rigidi in termini di residui
nei prodotti immessi sul mercato (Azione 3.1 – 3.2).
Miglioramento delle fonti informative a disposizione di alcuni indicatori utilizzati nel Servizio di valutazione dell’efficacia
di Tipi di Operazione previste nel PSR 2014 – 2020 (Produzione Integrata – TO 10.1.01; Mantenimento pratiche e
metodi biologici - TO 11.2.01, entrambe Focus area 4B), tramite l’impostazione e svolgimento di un caso studio nel
comprensorio del Consorzio della Bonifica Burana, composto da un bacino di scolo a monte di una cassa di
espansione con annessa area fitodepurante e di un distretto irriguo a valle. (Azione 3.2).
Verifica dell’efficacia delle tecniche di fitodepurazione per il miglioramento della qualità delle acque in un canale di
scolo e irrigazione di un Consorzio di Bonifica che alimenta il distretto irriguo oggetto di studio nell’Azione 3.2.
Verifica della possibilità di riutilizzare le acque reflue derivanti dai processi di lavorazione delle filiere agroalimentari, in
un processo di “economia circolare” – valutando in particolare la tossicità legata all’accumulo di sali nei confronti della
produzione agricola e dello stato vegetativo delle colture, la presenza di residui nei prodotti agricoli commercializzati,
nonchè l’opportunità di utilizzare acque cariche di nitrati per ridurre gli apporti nutrizionali con concimi di sintesi.
(Azione 3.3).
Verifica della possibilità di applicare strategie di lotta biologica per il controllo della cimice asiatica con tecniche a
basso impatto nei sistemi fitodepuranti, habitat naturale per la riproduzione dell’Halyomorpha, studiando la fenologia e
densità delle popolazioni della cimice, la valorizzazione di antagonisti autoctoni e/o l’individuazione di elementi utili
nella definizione di strategie di introduzione di specie esotiche a seguito di eventuali sviluppi normativi (Azione 3.4).
Il partenariato europeo per l'innovazione in agricoltura (PEI-AGRI) ha l’obiettivo di promuovere la produttività e la
sostenibilità attraverso una maggiore integrazione tra il sistema della conoscenza e il mondo delle imprese agricole. Il
focus group PEI-AGRI “Acqua ed agricoltura”, nel suo report finale, include l’utilizzo di fonti idriche alternative tra le
strategie suggerite per aumentare la disponibilità idrica a livello aziendale e garantire, allo stesso tempo, un uso
sostenibile delle risorse naturali.
L’adozione di acque non convenzionali porterebbe infatti a diversi benefici tra cui: l’aumento dell’efficienza di utilizzo
dei fattori della produzione; il contrasto degli impatti negativi dei cambiamenti climatici, la riduzione dei prelievi idrici da
acque superficiali, e contemporaneamente deve essere garantita la buona qualità. Il costituendo Gruppo Operativo
per l’Innovazione vuole risolvere il problema dell’apparente incompatibilità tra le necessità nutritive e sanitarie delle
colture e i vincoli normativi imposti a tutela della qualità delle acque e dei suoli attraverso la realizzazione di un Piano
innovativo che vada nella stessa direzione del PEI AGRI per mettere a punto tecniche e strategie per ridurre i rilasci di
sostanze inquinanti, migliore la qualità delle acque e del suolo, adattare le aziende agricole alle mutate condizioni
climatiche. La risoluzione del problema avverrà tramite l'implementazione di tecniche innovative:
messa a punto di tecniche di fitodepurazione per il contenimento dell’inquinamento diffuso agricolo, con particolare
riferimento alle necessità delle aziende biologiche o in conversione;
valutare la possibilità di impiegare a fini irrigui acque di recupero derivanti da processi di lavaggio degli scarti di
lavorazione delle filiere agroalimentari, in un processo di “economia circolare” per ridurre i prelievi di acque superficiali
convenzionali sempre più scarse in seguito al cambiamento climatico in atto.
Contrasto con metodi complementari basati sulla lotta biologica alla cimice asiatica, sempre più diffusa nei nostri
ambienti in seguito dell’instaurarsi di condizioni ambientali favorevoli a seguito del cambiamento climatico in atto.

RISULTATI ATTESI

(Azione 3.1) Quantificazione dei residui di principi attivi di agrofarmaci e nutrienti nelle acque di drenaggio aziendale
rispetto al distribuito su colture di un’azienda a ordinamento estensivo, orticolo e frutticolo; capacità di rimozione dei
sistemi fitodepuranti e tempi di abbattimento delle molecole di diserbanti, insetticidi, anticrittogamici e dei nutrienti
dalle acque superficiali;

(Azione 3.2) Realizzazione di una metodologia di calcolo e di un modello validato, da applicare a contesti territoriali in
cui si sovrapponga l’attività di scolo e la consegna di acqua irrigua alle aziende agricole, per ottenere una valutazione
della ricaduta sul miglioramento della qualità delle acque dell’applicazione delle misure di Produzione Integrata - TO
10.1.01; e Mantenimento pratiche e metodi biologici - TO 11.2.01, operazioni previste nel PSR 2014-2020. Entrambi
costituiranno la fonte informativa per il calcolo dell’indicatore IS5 (Variazione dei Bilanci lordi dei nutrienti - azoto e
fosforo - nelle aree di intervento) e dell’indicatore IS6 (Variazione dell’uso dei prodotti fitosanitari classificati per grado
di tossicità in virtù degli impegni agro-ambientali, nelle aree di intervento), previsti nel “Rapporto di Valutazione del
PSR EMILIA ROMAGNA 2014 –2020”;

(Azione 3.2) Valutazione dell’efficacia delle tecniche di fitodepurazione per il miglioramento della qualità delle acque di
un canale di bonifica promiscuo (irriguo e di scolo) - Canale di S. Giovanni, in conformità ai parametri restrittivi richiesti
a chi pratica agricoltura biologica.

(Azione 3.3) Soglie di tolleranza in funzione della specie considerata e predisposizione delle linee guida ad uso
dell’agricoltore in funzione della qualità del refluo e delle colture in prova. Stima dei minori costi di smaltimento dei
reflui, e del risparmio idrico conseguente al minor uso di acque superficiali.

(Azione 3.4) Riduzione dei voli di Halyomorpha, sia dentro l’area umida e fasce boscate, che dentro ai frutteti limitrofi,
grazie all’impiego mirato dentro al sistema fitodepurante di antagonisti autoctoni e non (vespa samurai).

Inizia il: 01 Aprile 2020

Finisce il: 30 Settembre 2022

Aggiornato il: 22 Novembre 2021

COSTO TOTALE DEL PIANO 398.687,50
CONTRIBUTO TOTALE 358.818,75
Per ulteriori informazioni:
Progetto Rephyt
Regolamento UE n. 1305/2013 - EUR-Lex (europ.eu)

Caviro Extra e il Progetto Rephyt

Caviro Extra
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