Enomondo: da 25 anni restituiamo alla terra quel che ci ha donato

Enomondo, società partecipata da Caviro Extra e Herambiente, gestisce oggi alcuni degli impianti faentini che consentono al Gruppo Caviro di chiudere il proprio modello di economia circolare.
Tra questi ci sono quelli specializzati nella produzione di fertilizzanti agricoli che, oltre a valorizzare al massimo i sottoprodotti della filiera vitivinicola, consento a Caviro di restituire alla terra i nutrimenti necessari.
“Il primo impianto per la produzione di ammendanti di Faenza è stato inaugurato nel 1995 e compie quest’anno 25 anni-racconta Sergio Celotti, AD Enomondo -.
L’impianto di compostaggio, altamente innovativo per l’epoca, era in grado di valorizzare una parte della vinaccia molto ricca di nutrimenti e ideale per produrre un compost di altissima qualità”.
Si trattava di una parte di vinaccia esausta (previa estrazione di alcol, tartrato di calcio, ecc.) che, depositata in cumuli, poteva trasformarsi in un ottimo ammendante.

L’impianto, che all’epoca trattava 25.000 tonnellate, venne valutato come un progetto dimostrativo e per questo ottenne un finanziamento europeo.

Alla vinaccia erano aggiunti altri materiali, quali cippati di legno e pollina ritirata da alcuni allevamenti della zona che aveva una buona componente di azoto.
“L’impianto fu uno dei primi a essere costruito con la suddivisione in corsie, all’interno delle quali scorreva una macchina rivolta cumuli che, una volta al giorno, movimentava il prodotto velocizzando il processo di fermentazione -spiega Celotti -. In 25-30 giorni di maturazione eravamo in grado di ottenere davvero un ottimo prodotto da utilizzare in campo come fertilizzante”.

I primi tempi però non furono facili perché, sul mercato, c’erano soprattutto fertilizzanti di scarsa qualità e a prezzi molto bassi per cui la vinaccia non veniva ancora premiata in modo adeguato.

Fu allora che decidemmo di aggiungere sottoprodotti di origine vegetale, in sostituzione della vinaccia, e potature del verde pubblico che rendevano più soffice il materiale fangoso ricavato. In questo modo la qualità era preservata e cominciò il nostro impegno per ‘moralizzare’ il mercato -aggiunge l’AD di Enomondo -. Siamo stati tra i soci fondatori del CIC – Consorzio Italiano Compostatori per ottenere la certificazione di qualità del prodotto e, insieme al Consorzio, abbiamo lavorato per la diffusione di ammendanti di qualità”.

I primi destinatari dell’ammendante, in linea con le politiche di circolarità di Caviro, sono sempre stati gli stessi imprenditori agricoli che tutt’oggi rappresentano la parte predominante del mercato.

Nel 2010, alla nascita di Enomondo, Caviro conferì l’impianto di compostaggio e la centrale termoelettrica alla nuova società.

L’impianto ha subito di recente un importante ammodernamento che prevede l’utilizzo di una rivolta-cumuli che, diversamente dalla precedente, lavora direttamente sul pavimento e non prevede pertanto la costruzione delle corsie.

Oggi l’impianto storico di Enomondo è in grado di ritirare 30mila tonnellate di sottoprodotti e scarti provenienti dalla filiera agroalimentare.
Successivamente alla partnership con Herambiente si è attivata la produzione di ACV (ammendante compostato verde) ottenuto da sfalci e potature del verde pubblico, per le quali si è autorizzati al ritiro di 80.000 tonnellate annue.

manifesto venticinquesimo anniversario enomondo